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Maxi frode fiscale transnazionale: torna libero un indagato brindisino

SAN DONACI – E’ tornato libero un 47enne di San Donaci (V.P. le iniziali del suo nome) che lo scorso ottobre era stato arrestato nell’ambito di una maxi operazione della guardia di finanza di Vicenza, denominata “Round Trip”, che aveva sgominato un’organizzazione dedita alla frodi fiscali transnazionali. L’indagato, difeso dagli avvocati Umberto Bisciotti e Rocco Vincenti, era recluso dallo scorso 12 ottobre in regime di domiciliari.

Nel pomeriggio odierno il gip del tribunale vicentino ha accolto l’istanza di revoca della misura cautelare avanzata dai legali, i quali hanno sostenuto che l’ordinanza di custodia cautelare eseguita a carico del loro assistito era del tutto immotivata per carenza di motivazioni. Il provvedimento restrittivo riguardò complessivamente 29 persone (di cui 18 in carcere e 11 ai domiciliari).

Le indagini sono state condotte  fin dal 2013 dal Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza mediante un imponente sforzo investigativo, utilizzando anche speciali software d’indagine, che ha visto impegnato decine di militari in attività di intercettazione telefonica (quasi 75 mila le conversazioni ascoltate) e telematica, di perquisizioni e di pedinamenti su tutto il territorio nazionale nonché di riscontri documentali mediante l’esecuzione di numerose verifiche fiscali, nei confronti di ben 218 indagati, praticamente tutti di nazionalità italiana (infatti, solo un denunciato è straniero – un serbo – peraltro residente da anni a Vicenza).

Ne è risultato un complesso intreccio di società (in tutto 180), sia nazionali (145, in gran parte con sede in Milano e Roma, delle quali 76 c.d. “cartiere” e 69 c.d. “filtri”/”broker”, quest’ultimi costituiti da 15 “filtri puri” e da 54 società invece effettivamente esistenti ed operative, nonché dotate di una reale struttura organizzativa e di dipendenti) e di società estere (35 così dette “conduit” di 15 Paesi comunitari: 4 in Austria, 4 a Malta, 4 in Repubblica Ceca, 4 in Slovacchia, 3 in Polonia, 2 in Belgio, 2 in Bulgaria, 2 in Croazia, 2 in Germania, 2 in Romania, 1 Cipro, 1 in Gran Bretagna, 1 in Irlanda, 1 in Lettonia e 1 nei Paesi Bassi) strumentalmente utilizzate per non versare all’erario oltre 130 milioni di euro di Iva. Un giro che aveva al centro il commercio di prodotti ad alta tecnologia, come tablet e televisioni, ma anche farina, zucchero, latte in polvere e prodotti per le stampanti.